Il Coordinamento Gruppo Giovani di Como è una realtà composta da 13 rappresentanti del mondo delle professioni e dell’imprenditoria, tra cui l’Ordine degli Ingegneri di Como tramite il Gruppo Giovani.
Il quotidiano “La Provincia” di Como e il Coordinamento hanno organizzato lo scorso 21 marzo il primo Forum “Imprese & lavoro”, tenutosi a villa Sucota, dal titolo “Giovani da Como all’estero”.
Una tavola rotonda moderata dall’economista e divulgatore scientifico Luciano Canova, che nella prima parte del suo intervento ha focalizzato l’attenzione su tre parole, start up, fuga di cervelli e disoccupazione giovanile.
Le start up per crescere devono disporre di un capitale di rischio, che il sistema finanziario italiano non possiede (0,2 miliardi di euro in Italia contro i 3,2 di Uk): un gap che sostiene Canova è necessario recuperare.
Riguardo la fuga di cervelli, Canova sostiene che arrestarla è un interesse di tutti, dato che ogni laureato in uscita costa 170.000€, mentre un diplomato 90.000€ (dati ISTAT). Nel 2016 secondo i dati dell’Aire 114.000 italiani sono andati all’estero, ma secondo Canova il numero deve essere moltiplicato per due volte e mezzo. Il dato allarmante è rappresentato dal fatto che il 30% di essi ha una laurea, mentre un altro 30% ha un diploma, quindi un capitale umano altamente specializzato che se ne va in paesi stranieri.
Canova inoltre si ricollega al suo ultimo libro “Galileo reloaded, il metodo scientifico nell’era della post-verità” per fare una bella similitudine: Galileo è stato un cervello in fuga, che si era formato a Firenze, non ha terminato gli studi come tanti ragazzi di oggi e ha deciso di migrare a Padova che all’epoca faceva parte della repubblica di Venezia (quindi all’estero) e in cui da non laureato ha iniziato a insegnare matematica all’università. Galileo si può inoltre definire uno startupper perché aveva un’idea di impresa e di rischio, un imprenditore di successo abile comunicatore.
Tornano ai cervelli in fuga, il Coordinamento Gruppo Giovani ha portato alla tavola rotonda i contributi di Niccolò Nessi (architetto), Filippo Bari (ingegnere) e Stefano Cau (giovani imprenditori di Confartigianato).
Niccolò Nessi, architetto, ci ha raccontato la sua esperienza di lavoro all’estero che lo ha portato da Como a studiare in Olanda, in Australia, fino alla Svizzera dove lavora in uno studio da circa 10 anni. Ci ha comunicato che in Svizzera la situazione lavorativa è positiva per un architetto dal punto di vista delle procedure di lavoro, con iter snelli, semplificati e chiari, dove si conosce a differenza dell’Italia il tempo che si impiegherà per portare a termine un determinato processo.
Filippo Bari, invece in collegamento Skype da Londra, ha portato la sua testimonianza di Ingegnere che al termine della laurea in ingegneria edile-architettura conseguita in Italia, si è trasferito all’estero. A Filippo piace la cultura del lavoro nel Regno Unito, quale l’organizzazione dei progetti internazionali su cui ha l’occasione di lavorare. In Italia, prosegue, un’esperienza lavorativa di questo tipo sarebbe molta più complicata da avere. L’ambiente di lavoro è dinamico con spazio anche per un giovane, dove ha la possibilità di lavorare a grossi progetti nonostante una persona non abbia molti anni di esperienza. Alla domanda di un eventuale rientro in Italia, Filippo risponde che dell’Italia è spaventato dalla remunerazione e della cultura lavorativa che è un’incognita.
Stefano Cau, invece è un giovane imprenditore di Confartigianato, che è andato all’estero (in Cina), traendo spunti che ha portato a Como dove produce cravatte e accessori serici e dove ha sviluppato una piattaforma online per la vendita dei propri prodotti. La forza della piattaforma è quella di creare un rapporto con il cliente per informarlo / dialogare e confrontarsi.
Il Presidente del Coordinamento Gruppo Giovani Como, Matteo Nava, porta al tavolo di lavoro il tema dell’alternanza scuola-lavoro, ritenuta importante in quanto crea motivazione e entusiasmo allo studente, che ha la possibilità di mettersi in pratica in un contesto lavorativo.
I contributi portati in discussione hanno offerto vari spunti su cui riflettere. Sono già in programma altri incontri per approfondire le tematiche e per svilupparne di altre.